PENSIAMOCI

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  1. kucy
     
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    :rolleyes: TI AUGURO DI VIVERE

    Ti auguro di vivere
    senza lasciarti comprare dal denaro.
    Ti auguro di vivere
    senza marca, senza etichetta,
    senza distinzione,
    senza altro nome
    che quello di uomo.
    Ti auguro di vivere
    senza rendere nesuno tua vittima.
    Ti auguro di vivere
    senza sospettare o condannare
    nemmeno a fior di labbra.
    Ti auguro di vivere in un mondo
    dove ognuno abbia il diritto
    di diventare tuo fratello
    e farsi tuo prossimo.

    Jean Debruynne


    :(IL DENARO

    Può comprare una casa
    ma non un focolare;
    può comprare un letto
    ma non il sonno;
    può comprare un orologio
    ma non il tempo;
    può comprare un libro
    ma non la conoscenza;
    può comprare una posizione
    ma non il rispetto;
    può pagare il dottore
    ma non la salute;
    può comprare l'anima
    ma non la vita;
    può comprare il sesso
    ma non l'amore.

    Precetto Cinese
     
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  2. kucy
     
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    :225.gif: DODICI ESERCIZI PER ESSERE GENITORI CONSAPEVOLI

    Tratto da Benedetti genitori; guida alla crescita interiore del genitore consapevole.
    di Myla e John Kabat-Zinn. Edizioni Corbaccio.

    1. Cercate di immaginare il mondo dal punto di vista di vostro figlio, mettendo intenzionalmente da parte il vostro. Fatelo ogni giorno, per qualche istante, per ricordare a voi stessi chi è questo figlio e che cosa affronta nella vita.

    2. Immaginate come apparite agli occhi di vostro figlio, che ha voi come genitori, in questo momento: questa nuova prospettiva come potrebbe modificare il modo in cui vi muovete nel corpo e nello spazio, il modo di parlare e ciò che dite? Come volete relazionarvi con vostro figlio in questo momento?

    3. Esercitatevi a considerare i vostri figli perfetti così come sono. Vedete se riuscite a restare consapevoli della loro sovranità attimo dopo attimo e a lavorare per accettarli come sono quando è più difficile per voi farlo.

    4. Siate consapevoli delle vostre aspettative sui figli e considerate se sono davvero rivolte nel loro interesse. Inoltre, siate coscienti di come comunicate queste aspettative e di come esse influenzano i vostri figli.

    5. Praticate l'altruismo anteponendo i bisogno dei vostri figli ai vostri ogni volta che sia possibile. Poi vedete se c'è un terreno comune, in cui anche i vostro bisogni possono essere soddisfatti. Potete restare sorpresi da quante coincidenze siano possibili, specialmente se siete pazienti e desiderosi di trovare un equilibrio.

    6. Quando vi sentite perduti, o in scacco, ricordatevi di restare immobili, come invita a fare la poesia di David Wagoner Lost: "La foresta respira...." ascoltate che cosa dice: " La foresta sa dove sei. Devi lasciare che ti trovi". Meditate su tutto ciò, portando piena attenzione alla situazione, a vostro figlio, a voi stessi, alla famiglia.
    Nel fare questo, potreste andare oltre al pensiero e percepire intuitivamente, con tutto il vostro essere (sentimenti, intuizione, corpo, mente e anima), che cosa è veramente necessario fare. Se questo non è sempre chiaro, allora la cosa migliore è non fare nulla finché le cose non si chiariscono. A volte rimanere in silenzio fa bene.

    7. Cercate di incarnare una presenza silenziosa. Essa nel tempo si trasformerà in una pratica consapevolezza, se siete attenti a ciò che portate in voi e a ciò che proiettate nel vostro corpo, mente e parola. Ascoltate attentamente.

    8. Imparate a vivere con tensione senza perdere l'equilibrio. Nel libro "Lo zen e il tiro con l'arco" Herrigel descrive come gli fu insegnato a restare immobile senza sforzo nel punto di massima tensione dell'arco, senza scoccare la freccia. Nel momento giusto, misteriosamente la freccia parte da sola.
    Fate questo esercizio cercando di muovervi in ogni momento senza tentare di cambiare niente e senza dover ottenere un particolare risultato. Semplicemente richiamate la vostra piena consapevolezza e presenza in questo momento. Esercitatevi a vedere qualunque cosa accada come "praticabile", disposti a restare nel momento presente, affidandovi al vostro intuito e ai vostri migliori istinti.
    Vostro figlio, specialmente quando è piccolo, ha bisogno che voi siate il suo centro di equilibrio e di fiducia, un punto di riferimento affidabile con cui può trovare l'orientamento all'interno del suo paesaggio. La freccia e il bersaglio hanno bisogno uno dell'altra. Non serve forzare. Si troveranno l'un l'altra grazie alla saggia attenzione e pazienza.

    9. Chiedete scusa a vostro figlio quando vi accorgete di aver tradito la sua fiducia, anche in modi apparentemente insignificanti. Le scuse sono riparatrici. Una scusa dimostra che avete ripensato ad una situazione e siete arrivati a vederla più chiaramente o a considerarla dal punto di vista di vostro figlio.
    Ma dobbiamo stare attenti a non essere "spiacenti" troppo spesso. Questa parola perde il suo significato se ne abusiamo e se facciamo del rimorso un'abitudine. A quel punto può diventare una maniera per non assumersi le proprie responsabilità. Siate coscienti di questo. Cuocere nel proprio rimorso di tanto in tanto è una buona meditazione. Non spegnete il gas finché la cena non è pronta.

    10. Ogni figlio è speciale e ogni figlio ha bisogni speciali. Ognuno vede in modo unico. Tenete un'immagine di ciascun figlio nel vostro cuore. Annegate nel suo essere, augurandogli ogni bene.

    11. Ci sono momenti, molti importanti, in cui abbiamo bisogno di esercitarci ad essere chiari, forti e non equivoci con i nostri figli. Consentite che questo avvenga il più possibile nella consapevolezza, nella generosità e nel discernimento e non per paura, ipocrisia e desiderio di controllo. Essere genitori consapevoli non significa essere troppo indulgenti, dominanti e controllori.

    12. Il più grande dono che potete dare ai vostri figli è il vostro sé. Ciò significa che fare il genitore equivale a continuare a crescere nella conoscenza di sé e nella consapevolezza. Dobbiamo essere radicati nel momento presente per condividere ciò che di meglio e più profondo c'è in noi. Questo è un lavoro continuo, che può essere esteso trovando un momento per la tranquilla contemplazione in qualunque modo ci sembri adatto per noi. Lo abbiamo solo adesso. Usiamolo nel migliore dei modi, per il bene dei nostri figli e per il nostro.



    :) AL FANCIULLO

    Guardalo con tenerezza,
    osservalo con meraviglia,
    lascialo giocare,
    lascialo gioire,
    in modo che da sempre è stato suo.
    Prendilo per mano,
    e tuffati insieme a lui
    nel grande mare dell'esperienza.
    Gioca con lui
    a vincere la resistenza dell'acqua;
    imparerà a sorridere
    anche a quella della vita.
    Non porgergli sempre un sostegno,
    infondigli sempre sicurezza.
    Aiutalo ad aprirsi
    alla conoscenza di se stesso.

    (autore sconosciuto)



    :214.gif: PROMEMORIA DA TUO FIGLIO

    Oggetto: me stesso.

     Non viziarmi. So benissimo che non dovrei avere tutto quello che chiedo. Voglio solo metterti alla prova.
     Non aver paura di essere severo con me. Lo preferisco. Questo mi permette di capire in che cosa sono valido.
     Non usare la forza con me. Questo mi insegna che la potenza è tutto ciò che conta. Sarò più disponibile ad ssere guidato.
     Non essere incoerente. Questo mi sconcerta e mi costringe a fare ogni sforzo per farla franca tutte le volte che posso.
     Non fare promesse; potresti non essere in grado di mantenerle. Questo farebbe diminuire la mia fiducia in te.
     Non cedere alle mie provocazioni quando dico e faccio cose solo per imbarazzarti, perché cercherei allora di avere altre vittorie simili.
     Non essere troppo turbato quando dico: "Ti odio". Non intendo dire questo, lo faccio perché tu sia triste per quello che mi hai fatto.
     Non farmi sentire più piccolo di quanto non sia: rimedierei comportandomi da più grande di quanto non sia.
     Non fare per me le cose che posso fare da solo. Questo mi fa sentire come un bambino e potrei continuare a tenerti al mio servizio.
     Non fare che le mie "cattive abitudini" mi guadagnino molta parte della tua attenzione. Ciò mi incoraggia a continuare con esse.
     Non correggermi davanti alla gente. Presterò molta più attenzione se parlerai tranquillamente con me a quattr’occhi.
     Non cercare di discutere sul mio comportamento nella foga di un litigio. Ovviamente il mio udito non è molto buono in quel momento e la mia collaborazione è anche peggiore. È giusto comportarsi come si deve, ma bisogna parlarne con calma.
     Non cercare di farmi prediche. Saresti sorpreso di vedere come so bene che cosa è giusto e che cosa è sbagliato.
     Non farmi sentire che i miei errori sono colpe. Devo imparare a fare errori senza avere la sensazione di non essere onesto.
     Non brontolare continuamente. Se lo fai dovrò difendermi facendo finta di essere sordo.
     Non pretendere spiegazioni per il mio comportamento scorretto. Davvero non so perché l’ho fatto.
     Non mettere troppo a dura prova la mia sincerità. Vengo facilmente intimorito, tanto da dire bugie.
     Non dimenticare che mi piace molto fare esperimenti. Imparo da questi, per cui ti prego di sopportarli.
     Non proteggermi dalle conseguenze. Ho bisogno di imparare dall’esperienza.
     Non badare troppo alle mie piccole indisposizioni: potrei imparare a godere cattiva salute se questo mi attira la tua attenzione.
     Non zittirmi quando faccio domande oneste. Se lo fai, scoprirai che smetto di chiedere e io cercherò le mie informazioni altrove.
     Non rispondere alle mie domande "sciocche" o senza senso. Desidero solo tenerti occupato di me.
     Non pensare assolutamente di apparire ridicolo se ti scusi con me. Una scusa reale mi fa sentire sorprendentemente affettuoso verso di te.
     Non sostenere mai di essere perfetto o infallibile. Questo mi offre il pretesto per non seguirti.
     Non preoccuparti per il tempo che passiamo insieme. È "come" lo passiamo, che conta.
     Non permettere che i miei timori suscitino la mia ansia, perché allora diventerei più pauroso. Indicami il coraggio.
     Non dimenticare che non posso crescere bene senza molta comprensione ed incoraggiamento, ma non ho bisogno di dirtelo, vero?
     Trattami nello stesso modo in cui tratti i tuoi amici; così anch'io potrò considerarti mio amico.
     Ricordati, io imparo di più da unesempio che a un rimprovero.


    Testo tratto da: "The king’s Business magazine"
    in Antonio Mazzi "Un'ala di riserva" Mondadori Editore




    :163.gif: TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE L'HO IMPARATO ALL'ASILO Di Robert Fulghum

    La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:
    Dividere tutto con gli altri.
    Giocare correttamente.
    Non fare male alla gente.
    Rimettere le cose al posto.
    Sistemare il disordine.
    Non prendere ciò che non è mio.
    Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
    Lavarmi le mani prima di mangiare.
    I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
    Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
    Fare un riposino ogni pomeriggio.
    Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
    Essere consapevole del meraviglioso.
    Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così. I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure.
    Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: GUARDARE.
    Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
    Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
    Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l'intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
    Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.


    ;) AMANDO I FIGLI

    "I Figli non voi li crescete, ma essi crescono voi. Sono essi i vostri educatori, perché attendono che voi siate nel bene prima di imitarvi.

    E quando dite: Daremo la vita a un figlio, sapete quale vita state dando? Non la loro, ma la vostra.

    Se non avete compreso questo, meglio sarebbe serrare i fianchi e proseguire oltre.

    E quando dite: I Figli sono la nostra croce, rallegratevi che essi vi abbiano inchiodato impedendovi di finire nel baratro.

    Ed anche quando dite: I nostri Figli ci tolgono un mucchio di tempo, domandatevi se tutto quel tempo che vi viene tolto sarebbe impiegato meglio.


    Nella loro infanzia ascoltate i vostri Figli, perché sui loro visi è ancora impigliato qualche frammento del sorriso con cui li hanno rivestiti gli angeli.

    Nel tenerli per mano, non date loro fretta, ma camminate al loro passo, perché vogliono guarirvi dal vostro correre.

    Non fate ad essi doni, ma donate voi stessi. I doni sono il vostro alibi per non regalare voi a loro.

    Consegnatevi nelle loro mani, perché hanno quella saggezza che voi perdeste.

    Chiamateli per nome, ed essi chiameranno il bimbo in voi, quello che da soli non riuscivate a rianimare, e lo faranno giocare nel giardino della Vita.



    E nella loro adolescenza ascoltate i vostri Figli. Gran parte del muro che in quei giorni spesso vi oppongono non l’hanno costruito coi loro mattoni ma coi vostri.

    Non chiedete ad essi cose che già voi non fate. Se siete saggi, vi basterà essere voi stessi.

    Ma se non lo siete, non saturateli di limiti senza indicare loro le mete, bensì mostrate di queste la bellezza, e otterrete di più che non mostrando i pericoli di eventuali abissi.

    Non affliggetevi se educandoli alle regole essi non le rispetteranno. In realtà tremerebbero di paura se tali regole non vi fossero.

    Le loro trasgressioni sono per collaudarne la veridicità. Altre volte per reclamare invece il vostro rimprovero, a testimonianza del vostro amore per loro. Se vi feriranno è perché avete porto loro la vostra vulnerabilità. O perché avete dato senza insegnare a dare.

    Talvolta sbattendo la porta vi lasceranno, ma anche se li vedete partire, le navi con cui salpano hanno stive colme dei doni consegnati dalle vostre parole buone. E alla prima tempesta vi si rifugeranno.

    Voi siete i seminatori dei loro campi, non i raccoglitori delle loro messi. E la vostra missione consiste nel donare sempre, anche quando la lama della loro libertà vi taglierà le mani.


    Nella loro giovinezza, infine, ascoltate i vostri Figli. Con stupore scorgerete che vi hanno superato, che la loro nave ha oltrepassato tutti i primi scogli, ed ora non ha che davanti lo scoglio più pericoloso: voi. Saranno infatti chiamati lungo vie di realizzazione che voi non conoscete, e ciecamente sbarrerete loro le strade.

    Ma alla pianta è dato di generare, e non di contenere ciò che genera. Ritenete i vostri progetti più grandi dei progetti che ha la Vita? Non tratteneteli, dunque. Avete donato loro la vostra vita: ora riprendetevela, donando loro di rinunciare a trattenerli.

    Sgombrate il vostro cuore da ogni brama di ricevere, perché se il vostro flauto non è cavo, la rinnovata melodia della Vita non potrà attraversarlo.

    Se vivrete questa perfetta donazione, saprete amarli nel loro nuovo aspetto, e allora, siano essi Figli del vostro stesso sangue, o siano essi Figli scelti dal cuore, avrete compiuto il terzo passo della vostra crescita.

    Potrete così udire le note universali trapassarvi dentro, e capirete che attraverso di voi la Vita ha composto un nuovo canto".

    (da Il Profeta del Vento, di Stefano Biavaschi, Edizioni San Paolo)

     
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  3. kucy
     
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    KYLE


    Ero un ragazzino delle superiori, un giorno vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola. Il suo nome era Kyle e sembrava stesse portando tutti i suoi libri. Dissi tra me e me: "Perchè mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì? Deve essere un ragazzo strano." Io avevo il mio week-end pianificato (feste e una partita di football con i miei amici), così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato. Mentre stavo camminando vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro a Kyle. Gli corsero addosso facendo cadere tutti i suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango. I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell'erba un paio di metri più in là. Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi rapì il cuore! Così mi incamminai verso di lui mentre lui stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi. Raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: "Quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere". Kyle mi guardò e disse: grazie! C'era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine. Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva. Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima, lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata. Prima di allora non sarei mai andato in giro con un ragazzo che frequentava le scuole private. Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri. Mi sembrò un ragazzo molto carino e educato così gli chiesi se gli andava di giocare a football con i miei amici e lui disse di si. Andammo in giro tutto il week-end e più lo conoscevo più Kyle mi piaceva così come piaceva ai miei amici. Arrivò il lunedì mattina ed ecco Kyle con tutta la pila dei libri ancora. Lo fermai e gli dissi: "Ragazzo finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili con questa pila di libri ogni giorno!" Egli rise e mi passò la metà dei libri. Nei successivi quattro anni io e Kyle diventammo amici per la pelle. Una volta adolescenti cominciammo a pensare al college, Kyle decise per Georgetown e io per Duke. Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi. Kyle sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di scuole di football. Kyle era il primo della nostra classe e io l'ho sempre preso in giro per essere un secchione. Kyle doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui molto felice di non essere al suo posto sul podio a parlare. Il giorno dei diplomi vidi Kyle, aveva un ottimo aspetto. Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Si era un po’ riempito nell'aspetto e stava molto bene con gli occhiali. Aveva qualcosa in più e tutte le ragazze lo amavano. Ragazzi, qualche volta ero un pò geloso! Oggi era uno di quei giorni, vidi che era un po' Nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e Gli dissi: "Hei, ragazzo te la caverai alla grande!" Mi guardò con uno di quegli sguardi (quelli pieni di gratitudine) e sorrise mentre mi disse: "Grazie". Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: "Nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti, gli allenatori ma più di tutti i tuoi amici. Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare. Voglio raccontarvi una storia". Guardai il mio amico Kyle incredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro incontro. Lui aveva pianificato di suicidarsi durante il week-end. Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola, così che la madre non avesse dovuto farlo dopo, e di come si stava portando a casa tutte le sue cose. Kyle mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso. "ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi salvò dal fare quel Terribile gesto". Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni. Il Ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole. Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine. Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento…
    Non sottovalutate mai il potere delle vostre azioni. Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona, in meglio o in peggio. Dio fa incrociare le nostre vite perché ne possiamo beneficiare in qualche modo. Cercate il buono negli altri. Gli amici sono angeli che ci sollevano i piedi quando Le nostre ali hanno problemi nel ricordare come si vola. Non c'è inizio ne' fine x 1 amicizia.
    Ieri è storia. Domani è mistero. Oggi è un regalo.





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    LE QUATTRO LEZIONI DI VITA

    PRIMA LEZIONE


    Dopo qualche mese alla facoltà di medicina, il professore ci diede un questionario. Essendo un buon alunno risposi prontamente a tutte le domande fino a quando arrivai all'ultima che era:"Qual è il nome di battesimo della donna delle pulizie della scuola?"
    Sinceramente mi pareva proprio uno scherzo.
    Avevo visto quella donna molte volte, era alta, capelli scuri, avrà avuto i suoi cinquant'anni, ma come avrei potuto sapere il suo nome di battesimo?
    Consegnai il mio test lasciando questa risposta in bianco e, poco prima che finisse la lezione, un qalunno domandò se l'ultima domanda del test avrebbe contato ai fini del voto.
    "E' ch iaro!", rispose il professore.
    "Nella vostra carriera voi incontrerete molte persone. Hanno tutte il loro grado d'importanza. Esse meritano la vostra attenzione, anche con un semplice sorriso o un semplice ciao".
    Non dimenticai mai questa lezione ed imparai che il nome di battesimo della nostra donna delle pulizie era Marianna.

    SECONDA LEZIONE

    In una notte di pioggia c'era una signora di colore, al lato della strada, il temporale era tremendo. La sua auto era in panne ed aveva disperatamente bisogno di aiuto.
    Completamente inzuppata cominciò a fare segnali alle auto che passavano.
    Un giovane bianco, come se non conoscesse i conflitti razziali che laceravano gli Stati Uniti negli anni '60, si fermò per aiutarla.
    Il ragazzo la portò in un luogo protetto, le procurò un meccanico e chiamò un taxi per lei.
    La donna sembrava avere davvero molta fretta, ma riuscì ad annotarsi l'indirizzo del suo soccorritore ed a ringraziarlo.
    Passati sette giorni, bussarono alla porta del ragazzo.
    Con sua grande sorpresa era un corriere che gli consegnò un enorme pacco contenente una grande TV a
    colori, accompagnata da un biglietto che diceva:
    "Molte grazie per avermi aiutata in quella strada, quella notte.
    La pioggia aveva inzuppato i miei vestiti come il mio spirito e in quel momento è apparso Lei. Grazie a Lei sono riuscita ad arrivare al capezzale di mio marito moribondo poco prima che se ne andasse. Dio la benedica per avermi aiutato.
    Sinceramente, Mrs. King Cole"

    TERZA LEZIONE


    Qualche tempo fa quando un gelato costava molto meno di oggi, un bambino di dieci anni entrò in un bar e si sedette al tavolino. Una cameriera gli portò un bicchiere d'acqua.
    "Quanto costa un sundae?" - chiese il bambino.
    "Cinquanta centesimi" - rispose la cameriera.
    Il bambino prese delle monete dalla tasca e cominciò a contarle.
    "Bene, quanto costa un gelato semplice?".
    In quel momento c'erano altre persone che aspettavano e la ragazza cominciava un po' a perdere la pazienza.
    "35 centesimi!" - gli rispose la ragazza in maniera brusca.
    Il bambino contò le monete ancora una volta e disse: "Allora mi porti un gelato semplice!".
    La cameriera gli portò il gelato e il conto.
    Il bambino finì il suo gelato, pagò il conto alla cassa e uscì.
    Quando la cameriera tornò al tavolo per pulirlo cominciò a piangere perché lì, ad un angolo del piatto, c'erano 15 centesimi di mancia per lei. Il bambino non chiese il Sundae per riservare la mancia alla cameriera.


    QUARTA LEZIONE

    In tempi antichi un re fece collocare una pietra enorme in mezzo ad una strada. Quindi, nascondendosi, rimase ad osservare per vedere se qualcuno si prendeva la briga di togliere la grande roccia in mezzo alla strada.
    Alcuni mercanti ed altri suddit i molto ricchi passarono da lì e si limitarono a girare attorno alla pietra. Alcuni persino protestarono contro il re dicendo che non manteneva le strade pulite, ma nessuno di loro provò a muovere la pietra da lì.
    Ad un certo punto passò un campagnolo con un grande carico di verdure sulle spalle; avvicinandosi all'immensa roccia poggiò il carico al lato della strada tentando di rimuovere la roccia.
    Dopo molta fatica e sudore riuscì finalmente a muovere la pietra spostandola al bordo della strada.
    Tornò indietro a prendere il suo carico e notò che c'era una piccola borsa nel luogo in cui prima stava la pietra.
    La borsa conteneva molte monete d'oro e una lettera scritta dal re che diceva che quell'oro era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada.
    Il campagnolo imparò quello che molti di noi neanche comprendono: "Tutti gli ostacoli sono un'opportunità per migliorare la nostra condizione"

    E aggiungerei:

    Se non avete mai provato il pericolo di un battaglia o la solitudine dell'imprigionamento, l'agonia della tortura o i morsi della fame, siete più avanti di 500 milioni di abitanti di questo mondo.

    Se potete andare in chiesa senza la paura di essere minacciati, arrestati, torturati o uccisi, siete più fortunati di 3 miliardi di persone di questo mondo.

    Se avete cibo nel frigorifero, vestiti addosso, un tetto sopra la testa e un posto per dormire, siete più ricchi del 75% degli abitanti del mondo.

    Se avete soldi in banca, nel vostro portafoglio e degli spiccioli da qualche parte in una ciotola, siete fra l'8% delle persone più benestanti al mondo.

    Se potete leggere questo messaggio, avete appena ricevuto una doppia benedizione perché qualcuno ha pensato a voi e perché non siete fra i due miliardi di persone che non sanno leggere.

    Qualcuno una volta ha detto:

    * Lavora come se non avessi bisogno dei soldi.
    * Ama come se nessuno ti abbia mai fatto soffrire.
    * Balla come se nessuno ti stesse guardando.
    * Canta come se nessuno ti stesse sentendo.
    * Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra.







    :214.gif:


    Se si potesse ridurre la popolazione del mondo in un villaggio di 100 persone, mantenendo le proporzioni di tutti i popoli esistenti sulla Terra, questo villaggio sarebbe così composto:
    57 asiatici / 21 europei / 14 americani (Nord, Centro e Sud) / 08 africani

    Ci sarebbero: 52 donne e 48 uomini; 30 bianchi e 70 non bianchi; 30 cristiani e 70 non cristiani; 89 eterosessuali e 11 omosessuali

    6 persone possederebbero 59 % della ricchezza totale e tutti sarebbero originari degli USA
    80 vivrebbero in case povere
    70 sarebbero analfabeti
    50 soffrirebbero di malnutrizione
    1 starebbe per morire
    1 starebbe per nascere
    1 possiederebbe un computer
    1 (sì, uno solo) avrebbe una laurea universitaria

    Se si considera il mondo in questo modo, il bisogno di accettare e comprendere diventa evidente. Ma, prendete in considerazione anche questo:
    Se vi siete alzati questa mattina in buona salute, siete più fortunati del milione di persone che non vedranno la prossima settimana.
    Se non siete mai stati nel pericolo di una guerra, nella solitudine di una prigione, nell'agonia della tortura, nella fame, state meglio di 500 milioni di persone
    Se potete andare in chiesa senza paura di essere minacciati, torturati o uccisi, avete più fortuna di 3 miliardi di persone
    Se avete cibo nel vostro frigo, abiti addosso, un tetto sulla vostra testa e un luogo dove dormire, siete più ricchi del 75 % degli abitanti della Terra.
    Se nello stesso tempo avete denaro in banca, nel portafoglio e monete in un salvadanaio, fate parte dell'8% dei privilegiati di questo Mondo.
    Se i vostri genitori sono ancora vivi e ancora sposati, siete una persona veramente rara.
    Se qualcuno vi ha spedito questo messaggio, voi avete appena ricevuto una doppia benedizione, perchè qualcuno ha pensato a voi e perchè non fate parte di 2 miliardi di persone che non sanno leggere.
    e allora...
    Lavora come se non avessi bisogno di denaro. Ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire. Balla come se nessuno ti guardasse. Canta come se nessuno ti ascoltasse. Vivi come se il paradiso fosse sulla Terra.
     
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  4. kucy
     
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    Un'amica mi ha spedito questo decalogo purtroppo però non so chi sia l'autore.

    :rolleyes: Decalogo per i genitori scritto dai figli


    1)Non catalogateci. Non Siamo fatti in serie. Non c'è un solo modo di essere figli. Non c'è un solo modo di essere adolescenti, ma mille modi. L'importante è crescere bene.

    2)Non viziateci. Sappiamo benissimo che non abbiamo bisogno di tutte le cose che vi chiediamo. E' di voi che abbiamo bisogno.

    3)Continuate ad "infiltrarvi" nella nostra vita: ci fa piacere, anche se spesso reagiamo male. Ma rimanete adulti, non fatevi ragazzi come noi...

    4)Siate più allegri, meno seri, più creativi. Non brontolate in continuazione, altrimenti dovremmo difenderci facendo finta di essere sordi.

    5)Non preoccupatevi se contestiamo, magari in modo maldestro. Un figlio che non contesta è un figlio che ha paura di crescere, come un pulcino che non cerca di spaccare il guscio.

    6)Non lasciateci orfani: abbiamo bisogno di una madre (ma che non risolva tutti i nostri problemi!) e di un padre con una forte identità maschile.

    7)Parlateci, ci interessa il vostro punto di vista. Aiutateci a pensare, a capire: giustificate le vostre affermazioni ma lasciateci anche controbattere, altrimenti non impareremo a ragionare.

    8)Non giudicateci dalla quantità di brillantina, o dall'altezza dei tacchi, o dal tono della voce. Noi siamo molto di più di quello che appare, ma ancora non sappiamo dimostrarlo.

    9)Dateci il gusto della fatica, della conquista. Siate esigenti con noi. Dove c'è fatica c'è vita. Chi non fa fatica non vive. Se sapremo gustare la vita, non avremo paura della morte.

    10) Abbiate fiducia in voi e in noi. Insieme sicuramente ce la faremo.




    :clapping.gif: LETTERA AL FIGLIO di Rudyard Kipling

    Se riesci a mantenere la calma quando tutti attorno a te la stanno perdendo;
    Se sai aver fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te tenendo però nel giusto conto i loro dubbi;
    Se sai aspettare senza stancarti di aspettare o essendo calunniato non rispondere con calunnie o essendo odiato non dare spazio all’odio senza tuttavia sembrare troppo buono né parlare troppo di saggio;
    Se sai sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;
    Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori proprio allo stesso modo;
    Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto, distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui;
    Se sai guardare le cose, per le quali hai dato la vita distrutte e sai umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;
    Se sai fare un’unica pila delle tue vittorie e rischiarla in un solo colpo a testa o croce e perdere e ricominciare dall’inizio senza mai lasciarti sfuggire una parola su quello che hai perso;
    Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più e così resistere quando in te non c’è più nulla tranne la volontà che dice loro <<resistete!>>;
    Se sai parlare con i disonesti senza perdere la tua onestà o passeggiare con i re senza perdere il tuo comportamento normale;
    Se non possono ferirti né i nemici né gli amici troppo premurosi;
    Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;
    Se riesci a riempire l’inesorabile minuto dando valore ad ogni istante che passa: tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa e – quel che più conta – tu sarai un Uomo, figlio mio!



    :lol: DITE:
    è faticoso frequentare i bambini.
    Avete ragione.
    Poi aggiungete:
    bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccolo.

    Ora avete torto.

    Non è questo che più stanca.
    E' piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi
    fino all'altezza dei loro sentimenti.
    Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
    Per non ferirli.


    J . Korczack







    :153oh.gif:

    LEGGETE QUI:
    http://www.rc.org/publications/translation...drenITALIAN.pdf
     
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  5. rosaria66
     
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    :animazione43Lettera ad un figlio
    Se puoi vedere distrutto il lavoro di tuttta la tua vita
    e senza dire una parola ricominciare,
    se puoi perdere i guadagni di cento partite
    senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
    se puoi essere un amante perfetto
    senza che l'amore ti renda pazzo,
    se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
    e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.
    Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
    senza essere uno scettico o un demolitore,
    sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
    pensare senza essere soltanto un pensatore,
    se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
    se tu sai essere buono e saggio
    senza diventare nè moralista, nè pedante.
    Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
    e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
    se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
    quando tutti lo perdono.
    Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
    saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
    e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,
    Tu sarai un uomo.
    Rudyard Kipling
    bb.gif:

    Un dono
    Prendi un sorriso,
    regalalo a chi non l'ha mai avuto.
    Prendi un raggio di sole,
    fallo volare là dove regna la notte.
    Scopri una sorgente,
    fa bagnare chi vive nel fango.
    Prendi una lacrima,
    posala sul volto di chi non ha pianto.
    Prendi il coraggio,
    mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
    Scopri la vita,
    raccontala a chi non sa capirla.
    Prendi la speranza,
    e vivi nella sua luce.
    Prendi la bontà,
    e donala a chi non sa donare.
    Scopri l'amore,
    e fallo conoscere al mondo.
    Mahtma Gandhi


    "Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di
    stoffa e mi regalerà un pezzo di vita,
    probabilmente non direi tutto quello che penso,
    ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle
    cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
    Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano,
    starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri
    parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
    Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente,
    mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo
    ma anche la mia anima.
    Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il
    mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.
    Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di
    Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
    che offrirei alla luna.
    Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle
    loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
    Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo
    giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
    Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e
    vivrei innamorato dell'amore.
    Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono
    di innamorarsi quando invecchiano,

    senza sapere che invecchiano quando
    smettono di innamorarsi.
    A un bambino gli darei le ali,

    ma lascerei che imparasse a volare da solo.
    Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma
    con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
    Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna,
    senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
    Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo
    pugno, per la prima volta, il dito di suo padre,
    lo tiene stretto per sempre.
    Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro
    dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
    Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non
    mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella
    valigia, infelicemente starò morendo."

    GABO


    "...a volte capita di leggere poesie e queste restano impresse nella nostra mente e magari si torna a leggerle più volte....sono indimenticabili....ho pensato di condividerne con voi alcune..." ciao
     
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  6. nenene
     
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    grazie del pensiero!! Dovrei salvarle e leggerle nei momenti...in o out, ma il tempo è tiranno!!!

    image
     
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  7. kucy
     
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    :153oh.gif: SOLO UNA BACCA (Bruno Ferrero, Cerchi nell'acqua, Ed. Elle Di Ci)

    Il piccolo stagno sonnecchiava perfettamente immobile nella calura estiva.
    Pigramente seduto su una foglia di ninfea, un ranocchio teneva d'occhio un insetto dalle lunghe zampe che stava :huh: spensieratamente pattinando sull'acqua. Presto sarebbe stato a tiro e il ranocchio ne avrebbe fatto un solo boccone, senza tanta fatica.
    Poco più in là, un altro minuscolo insetto acquatico, un ditisco, guardava in modo struggente una graziosa ditisca. Non aveva il coraggio di dichiararle il suo amore e si accontentava di ammirarla da lontano.
    Sulla riva a pochi millimetri dall'acqua un fiore piccolissimo, quasi invisibile, stava morendo di sete. Proprio non riusciva a raggiungere l'acqua, che pure era così vicina. Le sue radici si erano esaurite nello sforzo.
    Un moscerino invece stava annegando; era finito in acqua per distrazione. Ora le sue piccole ali erano appesantite e non riusciva a risollevarsi, e l'acqua lo stava inghiottendo.
    Un pruno selvatico allungava i suoi rami sullo stagno. Sulla estremità del ramo più lungo, che si spingeva quasi al centro dello stagno, una bacca scura e grinzosa, giunta a piena maturazione, si staccò e piombò nello stagno.
    Si udì un "pluf!" sordo, quasi indistinto, nel gran ronzio degli insetti.
    Ma dal punto in cui la bacca era caduta in acqua, solenne e imperioso, come un fiore che sboccia, si allargò il primo cerchio nell'acqua, lo seguì il secondo, il terzo, il quarto...
    L'insetto dalle lunghe zampe fu carpito dalla piccola onda e messo fuori portata dalla lingua del ranocchio.
    Il ditisco fu spinto verso la ditisca e la urtò: si chiesero scusa e si innamorarono.
    Il primo cerchio sciabordò sulla riva e un fiotto d'acqua scura raggiunse il piccolo fiore che riprese a vivere.
    Il secondo cerchio sollevò il moscerino e lo depositò su un filo d'erba della riva, dove le sue ali poterono asciugare.

    Quante vite cambiate per qualche insignificante cerchio nell'acqua.





    :clapping.gif: LA PARABOLA DEL RANOCCHIO

    C’era una volta una gara di ranocchi
    L'obiettivo era arrivare in cima a una gran torre.
    Si radunò molta gente per vedere e fare il tifo per loro
    Cominciò la gara
    In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo:
    "Che pena!!! Non ce la faranno mai!"
    I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di
    raggiungere la cima La gente continuava :
    "... Che pena !!! Non ce la faranno mai!..."
    E i ranocchi si stavano dando per vinti tranne il solito ranocchio testardo che
    continuava ad insistere. Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima.
    Gli altri volevano sapere come avesse fatto.
    Uno degli altri ranocchi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a
    concludere la prova. E scoprirono che...
    era sordo!
    Non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative...
    DERUBANO LE MIGLIORI SPERANZE DEL TUO CUORE!
    Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi.
    Per cui, preoccupati di essere sempre POSITIVO!
    Riassumendo :
    Sii sempre sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni.



    :huh: E CRESCENDO IMPARI

    E crescendo impari che la felicità non e'
    quella delle grandi cose.

    Non e' quella che
    si insegue a vent'anni, quando,
    come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...

    La felicità non e' quella che affannosamente
    si insegue credendo che l'amore sia tutto o niente,...
    non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto" e
    che esplodono fuori con tuoni spettacolari...

    La felicità non e' quella di grattacieli da scalare,
    di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.

    Crescendo impari che la felicità
    e' fatta di cose piccole ma preziose....
    ...e impari che il profumo del caffè al mattino
    e' un piccolo rituale di felicità,
    che bastano le note di una canzone,
    le sensazioni di un libro
    dai colori che scaldano il cuore,
    che bastano gli aromi di una cucina,
    la poesia dei pittori della felicità,
    che basta il muso del tuo gatto o
    del tuo cane per sentire una felicità lieve.

    E impari che la felicità
    e' fatta di emozioni in punta di piedi,
    di piccole esplosioni
    che in sordina allargano il cuore,
    che le stelle ti possono commuovere e
    il sole far brillare gli occhi,
    e impari che un campo di girasoli
    sa' illuminarti il volto,
    che il profumo della primavera
    ti sveglia dall'inverno,
    e che sederti a leggere all'ombra
    di un albero rilassa e libera i pensieri.

    E impari che l'amore
    e' fatto di sensazioni delicate,
    di piccole scintille allo stomaco,
    di presenze vicine anche se lontane,
    e impari che il tempo si dilata e
    che quei 5 minuti sono preziosi
    e lunghi più di tante ore,
    e impari che basta chiudere gli occhi,
    accendere i sensi, sfornellare in cucina,
    leggere una poesia, scrivere su un libro o
    guardare una foto per annullare il tempo
    e le distanze ed essere con chi ami.

    E impari che sentire una voce al telefono,
    ricevere un messaggio inaspettato,
    sono piccoli attimi felici.
    E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore,
    sogni piccoli ma preziosi.

    E impari che tenere in braccio un bimbo
    e' una deliziosa felicità.
    E impari che i regali più grandi sono quelli
    che parlano delle persone che ami...
    E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza
    di scrivere su un foglio i tuoi pensieri,
    che c'e' qualcosa di amaramente felice
    anche nella malinconia.

    E impari che nonostante le tue difese,
    nonostante il tuo volere o il tuo destino,
    in ogni gabbiano che vola
    c'e' nel cuore un piccolo-grande Jonathan Livingston.

    E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.





    :rolleyes: LE COSE CHE HO IMPARATO NELLA VITA Paulo Coelho


    Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita:
    - Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà... E per questo, bisognerà che tu la perdoni
    - Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla
    - Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano
    - Che le circostanze e l'ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi
    - Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti,o essi controlleranno te
    - Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze
    - Che la pazienza richiede molta pratica
    - Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo
    - Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai,è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti
    - Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto se stesso
    - Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse
    - Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso
    - Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari
    - Quando la porta della felicità si chiude, un'altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi
    - La miglior specie d'amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta
    - È vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi
    - Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un'ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo
    - Non cercare le apparenze, possono ingannare
    - Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia
    - Trova quello che fa sorridere il tuo cuore
    - Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
    - Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare
    - Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice
    - Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così
    - Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino
    - L'amore comincia con un sorriso, cresce con un bacio e finisce con un the
    - Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e tuoi dolori
    - Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano. Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l'unico che sorride e ognuno intorno a te piange




    :214.gif: DESIDERATA :214.gif:

    Va' serenamente in mezzo al rumore e alla fretta
    e ricorda quanta pace ci puo' essere nel silenzio.
    Finche' e' possibile senza doverti arrendere conserva
    i buoni rapporti con tutti.
    Di' la tua verita' con calma e chiarezza, e ascolta gli altri,
    anche il noioso e l'ignorante, anch'essi hanno una loro storia da raccontare.
    Evita le persone prepotenti e aggressive, esse sono un tormento per lo spirito.
    Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e aspro,
    perche' sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.
    Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti.
    Mantieniti interessato alla tua professione, benche' umile;
    e' un vero tesoro rispetto alle vicende mutevoli del tempo.
    Sii prudente nei tuoi affari, poiche' il mondo e' pieno di inganno.
    Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c'e' di buono;
    molte persone lottano per alti ideali, e dappertutto la vita e' piena di eroismo.
    Sii te stesso. Specialmente non fingere di amare.
    E non essere cinico riguardo all'amore,
    perche' a dispetto di ogni aridita' e disillusione esso e' perenne come l'erba.
    Accetta di buon grado l'insegnamento degli anni,
    abbandonando riconoscente le cose della giovinezza.
    Coltiva la forza d'animo per difenderti dall'improvvisa sfortuna.
    Ma non angosciarti con fantasie.
    Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
    Al di la' di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso.
    Tu sei un figlio dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle;
    tu hai un preciso diritto ad essere qui.
    E che ti sia chiaro o no, senza dubbio l'universo va schiudendosi come dovrebbe.
    Percio' sta in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca,
    e qualunque siano i tuoi travagli e le tue aspirazioni,
    nella rumorosa confusione della vita conserva la tua pace con la tua anima.
    Nonostante tutta la sua falsita', il duro lavoro e i sogni infranti,
    questo e' ancora un mondo meraviglioso. Sii prudente.
    Fa di tutto per essere felice.
    Questo testo bellissimo viene quasi sempre presentato come "Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell'antica chiesa di San Paolo".
    Invece nel 1959 il reverendo Frederick Kates rettore della chiesa di St. Paul, a Baltimore, Maryland, incluse questo pensiero in una raccolta di materiale devozionale.
    In cima alla raccolta, c'era l'annotazione "Old St. Paul's Church, Baltimore, A.C. 1692", che è l'anno di fondazione della chiesa... da qui l'equivoco.
    In realtà, l'autore di questi versi è Max Ehrmann, un poeta di Terre Haute, Indiana, vissuto dal 1872 al 1945, e scrisse Desiderata intorno al 1927.

     
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  8. kucy
     
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    :153oh.gif:

    VIVI COME CREDI di Charlie Chaplin

    C'era una volta una coppia con un figlio di 12 anni e un asino. Decisero insieme di viaggiare, di lavorare e di conoscere il mondo. Così partirono tutti e tre con il loro asino. Arrivati nel primo paese, la gente commentava: "Guardate quel ragazzo quanto è maleducato... lui sull'asino e i poveri genitori, già anziani, che lo tirano". Allora la moglie disse a suo marito: "Non permettiamo che la gente parli male di nostro figlio." Il marito lo fece scendere e salì sull'asino.

    Arrivati al secondo paese, la gente mormorava: "Guardate che svergognato quel tipo... lascia che il ragazzo e la povera moglie tirino l'asino, mentre lui vi sta comodamente in groppa." Allora, presero la decisione di far salire la moglie, mentre padre e figlio tenevano le redini per tirare l'asino.

    Arrivati al terzo paese, la gente commentava: "Povero uomo! Dopo aver lavorato tutto il giorno, lascia che la moglie salga sull'asino; e povero figlio, chissà cosa gli spetta, con una madre del genere!"
    Allora si misero d'accordo e decisero di sedersi tutti e tre sull'asino per cominciare nuovamente il pellegrinaggio.

    Arrivati al paese successivo, ascoltarono cosa diceva la gente del paese: "Sono delle bestie, più bestie dell'asino che li porta: gli spaccheranno la schiena!". Alla fine, decisero di scendere tutti e camminare insieme all'asino.
    Ma, passando per il paese seguente, non potevano credere a ciò che le voci dicevano ridendo: "Guarda quei tre idioti; camminano, anche se hanno un asino che potrebbe portarli!

    Conclusione: Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei.
    Quindi: vivi come credi.
    Fai cosa ti dice il cuore... ciò che vuoi... una vita è un'opera di teatro che non ha prove iniziali.
    Quindi: canta, ridi, balla, ama... e vivi intensamente ogni momento della tua vita... prima che cali il sipario e l'opera finisca senza applausi.
     
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  9. kucy
     
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    :163.gif: L’UMANITà HA BISOGNO DI TE

    L'umanità ha bisogno di te
    Se la nota dicesse:
    non è una nota che fa la musica
    ...non ci sarebbero le sinfonie.
    Se la parola dicesse:
    non è una parola che può fare una pagina
    ...non ci sarebbero libri.
    Se la pietra dicesse:
    non è una pietra che può alzare un muro
    ...non ci sarebbero case.
    Se la goccia d'acqua dicesse:
    non è una goccia d'acqua che può fare un fiume
    ...non ci sarebbe l'oceano.
    Se il chicco di grano dicesse:
    non è un chicco di grano che può seminare un campo
    ...non ci sarebbe la messe.
    Se l'uomo dicesse:
    non è un gesto d'amore che può salvare l'umanità
    ...non ci sarebbero mai né giustizia, né dignità,
    né felicità sulla terra degli uomini.
    Come la sinfonia ha bisogno di ogni nota
    Come il libro ha bisogno di ogni parola
    Come la casa ha bisogno di ogni pietra
    Come l'oceano ha bisogno di ogni goccia d'acqua
    Come la messe ha bisogno di ogni chicco
    l'umanità intera ha bisogno di te,
    qui dove sei, unico, e perciò insostituibile.

    (Michel Quoist)
     
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  10. kucy
     
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    :153oh.gif:

    Due uomini, entrambi molto malati, occupavano la stessa stanza d'ospedale.
    A uno dei due uomini era permesso mettersi seduto sul letto per un'ora ogni pomeriggio per aiutare il drenaggio dei fluidi dal suo corpo.
    Il suo letto era vicino all'unica finestra della stanza.
    L'altro uomo doveva restare sempre sdraiato.
    Infine i due uomini fecero conoscenza e cominciarono a parlare per ore.
    Parlarono delle loro mogli e delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, del loro servizio militare e dei viaggi che avevano fatto.
    Ogni pomeriggio l'uomo che stava nel letto vicino alla finestra poteva sedersi e passava il tempo raccontando al suo compagno di stanza tutte le cose che poteva vedere fuori dalla finestra.
    L'uomo nell'altro letto cominciò a vivere per quelle singole ore nelle quali il suo mondo era reso più bello e più vivo da tutte le cose e i colori del mondo esterno.
    La finestra dava su un parco con un delizioso laghetto. Le anatre e i cigni giocavano nell'acqua mentre i bambini facevano navigare le loro barche giocattolo. Giovani innamorati camminavano abbracciati tra fiori di ogni colore e c'era una bella vista della città in lontananza.
    Mentre l'uomo vicino alla finestra descriveva tutto ciò nei minimi dettagli, l'uomo dall'altra parte della stanza chiudeva gli occhi e immaginava la scena.
    In un caldo pomeriggio l'uomo della finestra descrisse una parata che stava passando. Sebbene l'altro uomo non potesse sentire la banda, poteva vederla. Con gli occhi della sua mente così come l'uomo dalla finestra gliela descriveva.
    Passarono i giorni e le settimane. Un mattino l'infermiera del turno di giorno portò loro l'acqua per il bagno e trovò il corpo senza vita dell'uomo vicino alla finestra, morto pacificamente nel sonno. L'infermiera diventò molto triste e chiamò gli inservienti per portare via il corpo.
    Non appena gli sembrò appropriato, l'altro uomo chiese se poteva spostarsi nel letto vicino alla finestra. L'infermiera fu felice di fare il cambio, e dopo essersi assicurata che stesse bene, lo lasciò solo.
    Lentamente, dolorosamente, l'uomo si sollevò su un gomito per vedere per la prima volta il mondo esterno. Si sforzò e si voltò lentamente per guardare fuori dalla finestra vicina al letto.
    Essa si affacciava su un muro bianco.
    L'uomo chiese all'infermiera che cosa poteva avere spinto il suo amico morto a descrivere delle cose così meravigliose al di fuori da quella finestra.
    L'infermiera rispose che l'uomo era cieco e non poteva nemmeno vedere il muro.
    Forse, voleva farle coraggio disse.

    Epilogo: vi è una tremenda felicità nel rendere felici gli altri, anche a dispetto della nostra situazione.
    Un dolore diviso è dimezzato, ma la felicità divisa è raddoppiata.
    Se vuoi sentirti ricco conta le cose che possiedi che il denaro non può comprare.
    L'oggi è un dono, è per questo motivo che si chiama presente.



    ^_^ IL VECCHIO VIOLINO (Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole)

    Ad una vendita all'asta, il banditore sollevò un violino. Era graffiato e scheggiato. Le corde pendevano allentate e il banditore pensava non valesse la pena perdere tanto tempo con il vecchio violino, ma lo sollevò con un sorriso.
    "Che offerta mi fate, signori?" gridò. "Partiamo da...100 mila lire!".
    "Centocinque!" disse una voce. Poi centodieci. "Centoquindici!" disse un altro. Poi centoventi. "Centoventi mila lire, uno; centoventi mila lire, due; centoventi mila...".
    Dal fondo della stanza un uomo dai capelli grigi avanzò e prese l'archetto. Con il fazzoletto spolverò il vecchio violino, tese le corde allentate, lo impugnò con energia e suonò una melodia pura e dolce come il canto degli angeli.
    Quando la musica cessò, il banditore, con una voce calma e bassa, disse: "Quanto mi offrite per il vecchio violino?". E lo sollevò insieme con l'archetto.
    "Un milione, e chi dice due milioni? Due milioni! E chi dice tre milioni? Tre milioni uno tre milioni, due; tre milioni e tre, aggiudicato", disse il banditore.
    La gente applaudi, ma alcuni chiesero: "Che cosa ha cambiato il valore del violino?".
    Pronta giunse la risposta: "Il tocco del Maestro".

    Siamo vecchi strumenti impolverati e sfregiati. Ma siamo in grado di suonare sublimi armonie. Basta il tocco del Maestro.




    :wub: L’ALBERO DEGLI AMICI

    Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino.
    Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, gli altri li vediamo appena tra un passo e l'altro.
    Tutti li chiamiamo Amici e ce sono di molti tipi.
    Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno dei nostri Amici.
    Il primo che nasce e' il nostro amico Papa' e la nostra amica Mamma, che ci mostrano cosa e' la Vita.
    Dopo vengono gli Amici Fratelli, con i quali dividiamo il nostro spazio affinche' possano fiorire come noi.
    Conosciamo tutta la famiglia delle foglie che rispettiamo e a cui auguriamo ogni bene.
    Ma il destino ci presenta ad altri Amici che non sapevamo avrebbero incrociato il nostro cammino.
    Molti di loro li chiamiamo Amici dell'anima, del cuore.
    Sono sinceri, sono veri.
    Sanno quando non stiamo bene, sanno cosa ci fa felici.
    E alle volte uno di questi Amici dell'anima si infila nel nostro cuore e allora lo chiamiamo innamorato.
    Egli da luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra, salti ai nostri piedi.
    Ma ci sono anche quegli Amici di passaggio, talvolta una vacanza o un giorno o un'ora.
    Essi collocano un sorriso nel nostro viso per tutto il tempo che stiamo con loro.
    Non possiamo dimenticare gli Amici distanti, quelli che stanno nelle punte dei rami e che quando il vento soffia appaiono sempre tra una foglia e l'altra.
    Il tempo passa, l'estate se ne va, l'autunno si avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono l'estate dopo, e altre permangono per molte stagioni.
    Ma quello che ci lascia felici e' che le foglie che sono cadute continuano a vivere con noi, alimentando le nostre radici con allegria.
    Sono ricordi di momenti meravigliosi di quando incrociarono il nostro cammino.

    Ti auguro, foglia del mio albero, pace amore, fortuna e prosperita'.
    Oggi e sempre ... semplicemente perche' ogni persona che passa nella nostra vita e' unica.
    Sempre lascia un poco di se e prende un poco di noi.
    Ci saranno quelli che prendono molto, ma non ci sara' chi non lascia niente.
    Questa è la maggior responsabilita' della nostra vita e la prova evidente che due Anime non si incontrano per caso.

     
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  11. kucy
     
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    LA SCUOLA DEGLI ANIMALI


    C'era un tempo in cui gli animali avevano una scuola. Dovevano creare un corso di studi che soddisfacesse tutti, così scelsero quattro materie: corsa, arrampicata, volo e nuoto. Tutti gli animali, naturalmente, studiavano tutte le materie.

    L'anatra era molto brava nel nuoto, in effetti era più brava del suo insegnante. Ottenne dei voti sufficienti nella corsa e nel volo, ma era pessima nell'arrampicata, così le fecero abbandonare il nuoto in modo che si esercitasse nell'arrampicata. Dopo un po' aveva solo dei risultati medi nel nuoto, ma medio era ancora accettabile, almeno a scuola, e nessuno, a parte l'anatra, si preoccupò molto di questo.

    L'aquila era considerata un elemento disturbatore. Nella sua classe di arrampicata batteva tutti nell'arrivare sulla cima degli alberi, ma aveva il suo modo particolare di arrivarci, che era però contro le regole. Doveva sempre fermarsi dopo la scuola e scrivere:"Imbrogliare è sbagliato". Questo la trattenne dal volare in alto, cosa che lei amava, ma i compiti della scuola venivano prima di tutto.

    L'orso venne bocciato perché dicevano che era pigro, specialmente d'inverno. La sua stagione migliore era l'estate, ma allora le scuole non erano aperte.

    La zebra bigiava le lezioni e faceva un sacco di assenze, perché i pony la prendevano in giro per le sue strisce e questo la rendeva molto triste.

    All'inizio, il canguro era tra i migliori nella corsa, ma si scoraggiò quando gli dissero che doveva muoversi velocemente su quattro zampe, come facevano i suoi compagni di classe.

    Il pesce abbandonò la scuola perché si annoiava. Per lui tutte e quattro le materie erano la stessa cosa, ma nessuno lo capì, perché nessuno aveva mai visto un pesce.

    Lo scoiattolo ricevette un 10 in arrampicata, ma il suo insegnante di volo lo fece partire da terra, invece che dalla cima degli alberi.Le sue gambe erano così indolenzite ad esercitarsi in quei decolli che cominciò a prendere 7 in arrampicata e 6 nella corsa.

    L'ape era il problema più grande di tutti, così l'insegnante la mandò dal dottor Gufo per degli esami. Il dottor Gufo disse che le ali dell'ape erano troppo piccole per volare ed erano anche nel posto sbagliato. L'ape non vide mai la relazione del dottor Gufo e così andò avanti e continuò lo stesso a volare. Io penso di conoscere qualche ape e voi?

    L'anatra è il bambino che va bene in matematica e male in inglese e gli vengono assegnati degli esercizi di recupero dall'insegnante di inglese, mentre i suoi compagni stanno facendo matematica. In questo modo perde il suo vantaggio in matematica e va solo abbastanza bene in inglese. L'aquila è il bambino che si trasforma in un "disturbatore" perché ha il "proprio stile" di fare le cose. Anche se non sta facendo niente di male, il suo anticonformismo è percepito come un disturbo ed è per questo che viene punita.

    Chi non riconosce l'orso? E' il bambino che sta benissimo in campeggio, che cresce e si afferma fuori dall'ambito scolastico, ma a scuola è veramente scarso.

    La zebra è quel bambino insicuro, grasso o alto o basso, pochi si rendono conto che il suo insuccesso scolastico è dovuto alla sua percezione di essere socialmente inadeguato.

    Il canguro è quello che invece di insistere, rinuncia e diventa quel bambino scoraggiato il cui futuro scompare, perché non è stato apprezzato.

    Il pesce è il bambino che ha veramente bisogno di un'istruzione del tutto speciale e non riesce a brillare in una classe normale.

    Lo scoiattolo, a differenza dell'anatra che "ce la fa", diventa un fallimento.

    L'ape, ah l'ape, è il bambino che la scuola pensa non ce la possa fare e invece, malgrado tutto, con l'appoggio dei suoi genitori, ha abbastanza motivazioni interiori per fare bene anche quello che gli altri pensavano non sarebbe riuscito a fare. Ho avuto il piacere di conoscere tante api.

    Tuo figlio è una miscela unica di doti naturali, personalità e ingredienti che non si trovano da nessun altra parte. Alcuni bambini sono dotati intellettualmente, altri hanno la fortuna di essere dotati sul piano emotivo e molti nascono con abilità creative.

    Ogni bambino possiede la sua propria esclusiva collezione di doti naturali

    I bambini non nascono forniti di un libretto di istruzioni.

    I genitori efficaci continuano sempre a imparare, a studiare e a personalizzare le istruzioni per i propri figli. Ogni bambino è unico, come le sue impronte digitali; un diamante scintillante di impareggiabile bellezza. Non permettete che vostro figlio diventi un canguro!


    Da
    http://francescaframes.blogspot.com/2007/1...li-animali.html


    :rolleyes: CHI SONO IO È IMPORTANTE

    Un’insegnante di New York decise di onorare i suoi studenti dell’ultimo anno delle superiori spiegando perché fosse importante ciascuno di essi. Utilizzando un procedimento elaborato da Helice Bridges di Del Mar, California, chiamò ogni studente davanti alla classe, uno per volta. Prima disse in che modo lo studente fosse importante per lei e per la classe. Poi consegnò a ciascuno un nastro azzurro su cui era stampata a lettere d’oro la dicitura: “Chi sono io è importante”.
    In seguito l’insegnante decise di avviare una ricerca in classe per vedere quale impatto avrebbe avuto questo riconoscimento nella comunità. Consegnò a ciascuno studente altri tre nastri e incaricò tutti di andare a diffondere questa cerimonia di riconoscimento.
    Quindi avrebbero dovuto controllare i risultati, vedere chi avesse conferito e ricevuto il riconoscimento e riferire in classe dopo circa una settimana.
    Uno dei ragazzi della classe andò da un giovane funzionario di un’azienda nei dintorni e gli diede il riconoscimento per averlo aiutato nella pianificazione degli studi. Gli diede il nastro azzurro e glielo appuntò sulla camicia. Poi gli consegnò altri due nastri dicendogli: “Stiamo facendo una ricerca in classe sul riconoscimento e vorremmo che lei trovasse qualcuno da onorare, gli consegnasse un nastro azzurro e un altro in più perché questi possa onorare un terza persona per proseguire questa cerimonia di riconoscimento. Poi dovrebbe per favore riferirmi quello che è successo.”
    Più tardi, lo stesso giorno, il funzionario si presentò dal suo capo, che era noto fra l’altro per essere un tipo piuttosto brontolone. Lo fece sedere e gli disse che lo ammirava profondamente perché era un genio creativo. Il capo sembrò molto sorpreso. Il funzionario gli domandò il permesso di consegnargli il dono del nastro azzurro e di appuntarglielo. Il capo, sorpreso, rispose: “Beh, certo”.
    Il funzionario prese il nastro azzurro e lo appuntò sulla giacca del capo, giusto sopra il cuore. Consegnandogli l’altro nastro gli chiese: “Mi farebbe un favore? Potrebbe prendere quest’altro nastro e usarlo per onorare qualcuno? Il ragazzo che mi ha dato i nastri sta facendo una ricerca a scuola e si vuole proseguire questa cerimonia di riconoscimento e scoprire come influenzi la gente”.
    Quella sera il capo tornò a casa dal figlio quattordicenne e lo fece sedere. Gli raccontò: “Oggi mi è successa la cosa più incredibile. Ero in ufficio e uno dei funzionari entra e mi dice che mi ammira e mi dà una nastro azzurro perché sono un genio creativo. Immagina… Mi considera un genio creativo. Poi mi mette sulla giacca, sopra il cuore, questo nastro azzurro che dice “Chi sono io è importante”. Mi dà un altro nastro e mi chiede di trovare qualcun altro da onorare.
    Tornando a casa in macchina, stasera, ho cominciato a pensare chi onorare con questo nastro e ho pensato a te. Voglio onorare te. Le mie giornate sono davvero frenetiche e quando torno a casa non ti presto molta attenzione. A volte ti sgrido perché non hai voti abbastanza buoni a scuola e perché la tua camera è un caos, ma in qualche modo stasera volevo proprio sedermi qui e, beh, farti sapere che per me sei davvero importante. Assieme a tua madre, sei la persona più importante della mia vita. Sei un ottimo ragazzo e ti voglio bene!” Il ragazzo sbalordito cominciò a singhiozzare e non finiva più di piangere. Tremava con tutto il corpo. Guardò suo padre e disse fra le lacrime: “Prevedevo di suicidarmi domani, papà, perché pensavo che non mi volessi bene. Adesso non serve”.

    (Helice Bridges - Tratto da “Brodo caldo per l’anima”, Vol. I, di Jack Canfield e Mark V. Hansen –)
     
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  12. kucy
     
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    LA TIGRE E LA NEVE

    "Su, su, svelti, veloci, piano, con calma, non vi affrettate.
    Non scrivete subito poesie d'amore che sono le più difficili,
    aspettate almeno un'ottantina di anni.
    Scrivete su un altro argomento, che ne so, sul.. mare, vento, un termosifone, un tram in ritardo.
    Non esiste una cosa più poetica di un'altra.
    La poesia non è fuori, è dentro.
    Cos'è la poesia? Non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu.
    Vestitele bene le poesie.
    Cercate bene le parole, dovete sceglierle.
    A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola.
    Scegliete, perché la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere, dall'Adamo ed Eva.
    Lo sapete quanto c'ha messo Eva prima di scegliere la foglia di fico giusta? Ha sfogliato tutti i fichi del paradiso terrestre.

    Innamoratevi.
    Se non vi innamorate è tutto morto.
    Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.
    Dilapidate la gioia, sperperate l'allegria.
    Siate tristi e taciturni con l'esuberanza.
    Fate soffiare in faccia alla gente la felicità.

    Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici
    e per trasmettere il dolore bisogna essere felici.

    Siate felici.
    Dovete patire, stare male, soffrire.
    Non abbiate paura a soffrire. Tutto il mondo soffre.
    E se non vi riesce, non avete i mezzi, non vi preoccupate,
    tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto.
    E non cercate la novità.
    La novità è la cosa più vecchia che ci sia.
    E se il verso non vi viene da questa posizione, da questa, da così,
    buttatevi in terra, mettetevi così.
    È da distesi che si vede il cielo.
    Guarda che bellezza, perché non mi ci sono messo prima?!
    Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono.
    Fatevi obbedire dalle parole.
    Se la parola è "muro" e "muro" non vi dà retta, non usatela più per otto anni, così impara!"
    Questa è la bellezza come quei versi là
    che voglio che rimangano scritti li per sempre.
    Forza cancellate tutto!
     
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  13. kucy
     
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    "Quando pensavi che non stessi guardando,
    hai appeso il mio primo disegno al frigorifero
    e ho avuto voglia di continuare a stare a casa nostra per dipingere.
    Quando pensavi che non stessi guardando,
    hai dato da mangiare ad un gatto randagio
    ed è allora che ho capito che è bene prendersi cura degli animali.
    Quando pensavi che non stessi guardando,
    hai cucinato apposta per me una torta di compleanno
    e ho compreso che le piccole cose possono essere molto speciali.
    Quando pensavi che non stessi guardando,
    hai recitato una preghiera
    e io ho cominciato a credere nell’esistenza di un Dio
    con cui si può sempre parlare.
    Quando pensavi che non stessi guardando,
    mi hai dato il bacio della buonanotte
    e ho capito che mi volevi bene.
    Quando pensavi che non stessi guardando,
    ho visto le lacrime scorrere dai tuoi occhi
    e ho imparato che, a volte, le cose fanno male ma che piangere fa bene.
    Quando pensavi che non stessi guardando,
    hai sorriso
    e ho avuto voglia di essere gentile come te.
    Quando pensavi che non stessi guardando,
    ti sei preoccupata per me
    e ho avuto voglia di diventare me stessa.
    Quando pensavi che non stessi guardando,
    io guardavo
    e ho voluto dirti grazie per tutte quelle cose che hai fatto,
    quando pensavi che non stessi guardando".


    Edited by kucy - 14/10/2008, 19:17
     
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  14. kucy
     
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    image PER QUELLI NATI TRA GLI ANNI '70 E '80

    Lo scopo di questa missiva é quello di rendere giustizia a una generazione, quella di noi nati tra gli anni ‘70 e ‘80 (anno più, anno meno),
    quelli che vedono la casa acquistata allora dai nostri genitori valere oggi 20 o 30 volte tanto, e che pagheranno la propria fino ai 50 anni.
    Noi non abbiamo fatto la Guerra, né abbiamo visto lo sbarco sulla luna, non abbiamo vissuto gli anni di piombo, né abbiamo votato il referendum per l’aborto e la nostra memoria storica comincia coi Mondiali di Italia ‘90.
    Per non aver vissuto direttamente il ‘68 ci dicono che non abbiamo ideali, mentre ne sappiamo di politica più di quanto credono e più di quanto sapranno mai i nostri fratelli minori e discendenti.
    Babbo Natale non sempre ci portava ciò che chiedevamo, però ci sentivamo dire, e lo sentiamo ancora, che siamo stati fortunati e abbiamo avuto tutto, nonostante quelli che sono venuti dopo di noi, loro sì che hanno avuto tutto, e nessuno glielo rinfaccia.
    Siamo l’ultima generazione che ha imparato a giocare con le biglie, a saltare la corda, a giocare al lupo, a un-due-tre-stella, e allo stesso tempo i primi ad aver giocato coi videogiochi, ad essere andati ai parchi di divertimento o aver visto i cartoni animati giapponesi a colori.
    Abbiamo indossato pantaloni a campana, a sigaretta, a zampa di elefante e con la cucitura storta; la nostra prima tuta è stata blu con bande bianche sulle maniche e le nostre prime scarpe da ginnastica di marca le abbiamo avute dopo i 10 anni.
    Andavamo a scuola quando il 1 novembre era il giorno dei Santi e non Halloween, quando ancora si veniva bocciati, siamo stati gli ultimi a fare la Maturità e i pionieri del 3+2.
    Siamo stati etichettati come Generazione X e abbiamo dovuto sorbirci Sentieri e i Visitors, Twin Peaks e Beverly Hills (ti piacquero allora, vai a rivederli adesso, vedrai che delusione).
    Abbiamo pianto per Candy-Candy, ci siamo innamorate dei fratelli di Georgie, abbiamo riso con Spank, ballato con Heather Parisi, cantato con Cristina D’Avena e imparato la mitologia greca grazie a Pollon.
    Siamo i primi ad essere entrati nel mondo del lavoro come Co.Co.Co. e quelli per cui non gli costa niente licenziarci, anzi dobbiamo ringraziare di avere uno straccio di lavoro. Ci ricordano sempre fatti accaduti prima che nascessimo, come se non avessimo vissuto nessun avvenimento storico.
    Abbiamo imparato che cos’è il terrorismo, abbiamo visto cadere il muro di Berlino, e Clinton avere relazioni improprie con la segretaria nella Stanza Ovale; siamo state le più giovani vittime di Chernobyl; quelli della nostra generazione hanno fatto la guerra (Kosovo, Afghanistan, Iraq, ecc.);abbiamo gridato NO NATO, fuori le basi dall’Italia, abbiamo manifestato contro la guerra nel Golfo senza sapere molto bene cosa significasse, per poi capirlo di colpo un 11 di settembre.
    Abbiamo imparato a programmare un videoregistratore prima di chiunque altro compresi i nostri genitori, abbiamo giocato a Pac-Man, odiamo Bill Gates e credevamo che internet sarebbe stato un mondo libero. Siamo la generazione di Bim Bum Bam, di Clementina-e-il-Piccolo-Mugnaio-Bianco e del Drive-in.
    Siamo la generazione che andò al cinema a vedere i film di Bud Spencer e Terence Hill.
    Quelli cresciuti ascoltando gli Europe, i Duran Duran e Nik Kamen, e gli ultimi a usare dei gettoni del telefono.
    Ci siamo emozionati con Superman, ET o Alla Ricerca dell’Arca Perduta.
    A merenda a scuola bevevamo il Billy e mangiavamo il tegolino; al supermercato le cassiere ci davano le caramelline di zucchero come resto.
    Siamo la generazione di Crystal Ball (”con Crystal Ball ci puoi giocare.”),delle sorprese del Mulino Bianco, dei mattoncini Lego a forma di mattoncino, dei Puffi, i Volutrons, Magnum P.I., Holly e Benji, Mimì Ayuara, l’Incredibile Hulk, Poochie, Yattaman, Iridella, He- Man, Lamù, Creamy, Kiss Me Licia, i Barbapapà, i Mini-Pony, le Micro- Machine, Big Jim e la casa di Barbie di cartone ma con l’ascensore.
    La generazione che ancora si chiede se Mila e Shiro alla fine stanno insieme.
    La generazione che non ricorda l’Italia Mondiale ‘82, e che ci viene un riso smorzato quando ci vogliono dare a bere che l’Italia di quest’anno è la favorita.

    L’ultima generazione a vedere il proprio padre caricare il portapacchi della macchina all’inverosimile per andare in vacanza 15 giorni.
    L’ultima generazione degli spinelli.
    Guardandoci indietro è difficile credere che siamo ancora vivi: viaggiavamo in macchina senza cinture, senza seggiolini speciali e senza air-bag; facevamo viaggi di 10-12 ore e non soffrivamo di sindrome da classe turista. In macchina si cantava se non c’era l’autoradio.
    Non avevamo porte con protezioni, armadi o flaconi di medicinali con chiusure a prova di bambino.
    Andavamo in bicicletta senza casco né protezioni per le ginocchia o i gomiti. Le altalene erano di ferro con gli spigoli vivi e il gioco delle penitenze era bestiale.
    Non c’erano i cellulari. Andavamo a scuola carichi di libri e quaderni, tutti infilati in una cartella che raramente aveva gli spallacci imbottiti, e tanto meno le rotelle!!
    Mangiavamo dolci e bevevamo bibite, ma non eravamo obesi. Al limite uno era un po’ grasso e fine.
    Ci attaccavamo alla stessa bottiglia per bere e nessuno si è mai infettato.
    Ci trasmettevamo solo i pidocchi a scuola, cosa che le nostre madri sistemavamo lavandoci la testa con l’aceto.
    Non avevamo Playstation, Nintendo 64, videogiochi, 99 canalitelevisivi, dolby-surround, cellulari, computer e Internet, però ce la spassavamo tirandoci gavettoni e rotolandoci per terra; bevevamo l’acqua direttamente dalle fontane dei parchi, acqua non imbottigliata, che bevono anche i cani! E le ragazze si intortavano inseguendole per toccar loro il sedere e giocando al gioco della bottiglia o a quello della verità, non in una chat dicendo  
    Abbiamo avuto libertà, fallimenti, successi e responsabilità e abbiamo imparato a crescere con tutto questo.

    Tu sei uno di nostri? Congratulazioni! hai avuto la fortuna di crescere come bambini! :1214404370.gif:
     
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  15. kucy
     
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    image UN NUOVO FIORE

    In un tempo lontano, in una bella distesa di grano, nacque un nuovo fiore. Era diverso da tutti gli altri, e le spighe, con il loro dolce ondeggiare cullate dal vento lo guardavano con diffidenza "un estraneo tra noi" dicevano "che sciagura, rovinerà lo splendido panorama che solo noi riusciamo a creare!", a volte lo prendevano in giro, la spiga Gina diceva: "Ma guardati sei proprio strano, sei troppo giallo, sarai malato?". E il fiore dal lungo stelo, si sentiva sempre più solo, sempre più triste, e mentre cresceva la sua testa si chinava in basso, per la vergogna di essere diverso.
    Le spighe, vedendo che il nuovo arrivato non si difendeva neanche, presero ancora a elogiare le loro qualità una volta raccolte, facendo sentire il nostro fiore ancora più inutile. Dicevano in coro: "con il nostri frutti si fa la farina, con la farina si fanno i biscotti le torte e pure la pastasciutta di cui ogni creatura ne va ghiotta!” e la spighe gemelline gli dicevano: “e tu, dicci un po’, a cosa servi? Secondo noi proprio a niente!”
    E lo strano fiore si chinava sempre più a guardar la terra! Ma un giorno passò di lì una donna con il suo bambino, e le spighe eccitate dai complimenti che sapevano avrebbero ricevuto, si sussurrarono l’un l’altra a bassa voce: “coprite il buffo fiore, di modo che non lo possano vedere!”. Ma il bambino curioso notò lo strano fiore tra le spighe di grano, fece avvicinare la sua mamma, e le chiese: “Mamma cos’è questa pianta, a che serve, perché è così china?”. La donna riuscì a vedere attraverso la sua solitudine e si commosse, versò una lacrima che finì proprio al centro del cuore del giovane fiore, che sentì per la prima volta un’emozione d’amore. “E’ un girasole, il più bel fiore”, disse la mamma, “è nato per caso tra le spighe di grano e non sentendosi accettato ha chinato il capo, forse non sa che i suoi tanti fratelli sono talmente belli e talmente fieri da avere il capo eretto per guardare in faccia il sole.
    E poi, piccolo mio, immagina che questa distesa di grano sia un bel piatto di pastasciutta condita da un filo d’olio, il frutto del suo girasole”
    Da allora il girasole alzò il capo per guardare il sole da mattina fino a sera, ma senza rancore per le sorelle spighe, che chiesero perdono per il male causato ma soprattutto capirono che un fiore non è peggiore solo perché diverso, che ogni creatura porta dentro di sé la propria bellezza e lo scopo della propria esistenza, e che invece di canzonarlo per tanto tempo avrebbero semplicemente potuto aiutarlo.
     
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52 replies since 26/3/2008, 12:19   4264 views
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